Salsiccia, Soppressata, Capocollo e Pancetta di Calabria hanno ricevuto la Certificazione d'Origine nel gennaio del 1988.

L'area di produzione e di lavorazione della Pancetta di Calabria DOP ricade nell'intero territorio della regione Calabria. I suini utilizzati per la produzione devono essere nati nel territorio delle regioni Calabria, Basilicata, Sicilia, Puglia e Campania e allevati in Calabria dall'età massima di quattro mesi.

La pancetta di Calabria si ricava dal sottocostato inferiore dei suini. La pancetta con cotenna deve essere tagliata a forma rettangolare e deve avere uno spessore tra i 3 e i 6 cm. Dopo la preparazione, essa viene sottoposta a salatura e successivamente bagnata e lavata con aceto di vino. La parte superficiale può essere ricoperta con polvere di peperoncino. Segue quindi un processo di stagionatura di almeno trenta giorni.

Il colore della parte esterna è rosso, marcato dalla presenza di polvere di peperoncino. L'aspetto al taglio è roseo con striature sottili alternate di magro e di grasso. Il profumo è intenso e naturale, il sapore è deciso e caratterizzato da buona sapidità.

Tra gli estimatori dei salumi calabresi vi era Giacomo Casanova. Nelle sue memorie egli narra di aver pranzato, durante il viaggio in Calabria, alla mensa del vescovo Francescantonio Cavalcanti, dove assaggiò i salumi della Calabria giudicandoli i migliori che avesse mai mangiato.

L'uso della pancetta è assai vario. Essa viene spesso impiagata nei soffritti ma può essere consumata anche cruda, o appena riscaldata, in fette più o meno sottili insieme a pane salato cotto nel forno a legna, tipico della tradizione calabrese. La Pancetta di Calabria viene anche fritta (con o senza uovo) e rappresenta un ingrediente essenziale per la pasta alla carbonara o all'amatriciana.